sabato 16 luglio 2011

Il (mio) Vertical Kilometer

C'é chi si vanta di avere un "proprio" idraulico personale, o un fruttivendolo, o un farmacista......e chi più ne ha più ne metta.
Io di veramente mio ho ben poco.....ma sono tra i privilegiati a poter affermare di "avere" un Kilometro Verticale.

 

Il pensiero mi frullava in testa sin da ieri pomeriggio, ma un pò il caldo, un pò la pigrizia , un pò i tempi ristretti mi rendevano indeciso sul da farsi.
Stamane, lasciata Rachele da nonna Mariella per la gioia di entrambe, ho puntato su Caltrano; destinazione via Venezia (parcheggio del cimitero) punto di partenza del sentiero n°671, la più diretta via che collega il piccolo centro dell' alto vicentino a Bocchetta Paù e all'altopiano dei sette comuni (scavalcandone i rilievi frontali  costituiti da Cima del Gallo, Cima Favaro e il Sogio Vasaro).


 Si tratta di un percorso che conosco bene e che da qualche anno utilizzo come escursione/allenamento in vista magari di qualche tipo di gara "ruvida" e muscolarmente molto impegnativa; misurato col mio GPS risulta essere lungo circa 4,5 km e caratterizzato da un dislivello+ di 1017 metri.
Sembianze, numeri e peculiarità di un Vertical Kilometer...poco da dire.
Il primo tratto (su un asfalto grezzo e buono per mezzi cingolati) é decisamente impegnativo e conduce al tratto di cespugli/vegetazione mista già col fiatone e le gambe molli; il successivo segmento di percorso si sviluppa fra pendii prativi e una vecchia mulattiera che di tanto in tanto sfiora alcuni casoni utilizzati come deposito di attrezzi per lo sfalcio o per il taglio della legna. La pendenza si mantiene abbastanza severa ma consente una corsa discretamente morbida: a quota 650 metri si oltrepassa un invaso artificiale (creato come raccolta d'acqua da usare in caso di incendio) dopo il quale, piegando verso sinistra inizia una una serie di tornanti ripidi che transita al Capitello della Costola (1004 m) e passa davanti al Sogio Vasaro e Cima Favaro.
Da questo punto in poi voltandosi indietro, oltre a fare fatica, si gode....
Già, si gode di un panorama bellissimo e che sarebbe da babbei non apprezzare..; la placida pianura lasciata qualche quarto d'ora prima in basso, la mole del Summano con la dorsale delle sue creste, il Novegno, il Priaforà e in lontanza parte del massiccio del Pasubio.
Meraviglia.

L'ultimo tratto di salita transita dentro ad un boschetto che sembra voler annunciare che da quel momento in poi ci si trova davvero in montagna; Bocchetta Paù (1286 m) é raggiunta.




Ho respirato a pieni polmoni e mi sono riempito gli occhi di luci, colori e bellezza; ho annusato e nonostante la fatica, mi sono ricaricato.

Ho visto un capriolo e stavolta non era frutto di allucinazioni.

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