giovedì 20 ottobre 2011

15th Venice Marathon, 22 ottobre 2000

A ridosso dell'appuntamento con la maratona di Venezia 2011, termino con queste righe il racconto delle mie quattro partecipazioni alla 42 km veneta.
Anno 2000, anno importante,..il primo del nuovo millennio, il primo dopo un MILLENNIUM BAG che fece ridere anche  i polli (...).
Con l'eterno amico Roberto avevo deciso di (ri)preparare la Venice Marathon per migliorare il "suo crono" fatto registrare l'anno prima e porre le basi per "sparare" una maratona "veloce" da lì a fine anno.
Tutto bene, tutto regolare....fino a dieci giorni prima della gara, allorché l'amico dovette issare bandiera bianca difronte ad un insopportabile dolore al ginocchio destro (sovraccarico, scorretta postura, scarpe usurate, ...boh..).
Mi trovai spiazzato ; avevo il pettorale già in tasca e tanta voglia di correre in compagnia, ma mi sentivo addosso una preparazione un pò approssimativa, in pieno divenire (buona per una 3h 15' - 3h 20') e, soprattutto,  avevo la mente assolutamente sgombra-vuota da stimoli/stress  importanti...
Buttai "ogni cosa" oltre dubbi ed ostacoli e quella fresca e luminosissima domenica 22 ottobre scattaii al via di quella storica edizione (almeno per me).
Mi ritrovai a correre a poco più di 4' 05''/km e imputai quel ritmo da "fenomeno" al nervosismo espolso improvvisamente quella  mattina ad 11°C; transitaii a metà gara sul piede dell'ora e ventisette minuti (e qualche manciata di secondi) e mai come quel giorno ebbi l'assoluta certezza di correre in condizioni climatiche da sogno.
Per un attimo pensai di rallentare ed accontentarmi di terminare sotto alle 3 ore ma, sul celeberrimo Ponte della Libertà,  anzichè sbattere il naso contro il muro della fatica ,....leggiadramente lo cavalcai e passai sotto al traguardo posto in riva sette martiri a Venezia pochi secondi oltre le 2h e 53' di corsa.

Incredibile.

Sono passati undici anni e tanta parte della vita mi é passata sopra, sradicando da questo mondo Alberto, papà, alcuni amici, sapori, leggerezze...Tanto é accaduto e tantissimo é mutato d'aspetto e conformazione. La splendida fatica di quella maratona rimase a lungo l'appiglio (quasi inarrivabile) a cui anelavo nei momenti di disperazione più cupa e insopportabile e, col senno di poi, comprendo quanto abbia concorso a mantenermi vivo.

Ecco perché tra meno di 60 ore tornerò a correre nuovamente su quelle strade incantate dal destino.


 
A domani.




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