martedì 22 gennaio 2013

Ezio, l'ultimo Beat.

 
Ho conosciuto soltanto di striscio
la storia di Ezio Vendrame,
personaggio molto particolare del calcio
(e non solo)
della prima metà degli anni '70.
 
 
Vive in un monolocale di campagna, con la zona notte incollata a una parete:
di giorno il letto è inghiottito da un muro... «Sono in affitto, della proprietà privata non mi importa niente».  E' un poeta e detesta il Natale.
 «Il 23 dicembre mi barrico in casa e scrivo i miei versi. Riemergo all'Epifania, il peso delle Feste mi è insopportabile».
...
Ezio Vendrame, il George Best all'italiana, ha scritto un libro-choc sul calcio:
«Se mi mandi in tribuna, godo», edizioni Biblioteca dell'Immagine,
libro che ho da poco terminato di leggere
e che stasera mi porta a scrivere queste poche ed
estemporanee righe. 
 ...
Una raffica di raccontini verità: doping, partite truccate, sesso.
E linguaggio vietato ai minori.
 
 
 
«Ma sono le parole del calcio: i giocatori non sono leccati e compiti come li vedete in tv.
Non facciamo gli ipocriti». Nel libro c'è di tutto.
 C'è il Vendrame ragazzino, che approdato alla Spal di Ferrara diserta gli allenamenti perché si innamora di una baby-prostituta genovese.
«Quante donne ho portato a letto? Centinaia, ma le ho amate una per una.
Non ho mai fatto l'amore senza sentimento».
 
Ma l'episodio forse più famoso del suo passato da calciatore,
risale a qualche tempo dopo, quando giocava in serie C
con la maglia del Padova:
in una partita, a dir suo combinata e destinata allo 0-0,
per dare una scossa ai presenti dribblò la sua intera squadra
da un lato all'altro del campo senza
che nessuno potesse fermarlo,
 fino a fintare il tiro davanti al proprio portiere,
che si tuffò inutilmente su di lui cercando di levargli il pallone,
 per poi fermarsi in prossimità della linea di porta
e ritornare indietro
 ("così l'emozione era salva" racconterà poi Vendrame
nel suo libro autobiografia):
in quell'occasione un tifoso sugli spalti morì
 d'infarto e quando questo gli fu riferito,
Vendrame rispose chiedendo come fosse possibile
che un debole di cuore lo andasse a vedere giocare.
 
C'è anche il Vendrame più adulto, che al momento di trasferirsi al Napoli si fa buggerare come un pivello.
 «Al Vicenza prendevo 10 milioni di lire e quando andai a trattare l'ingaggio con Janich, d.s. del Napoli, pensai: "Ora lo frego, gli chiedo il doppio".
 Quanto vuoi?, mi domandò. Venti milioni, risposi.
Firma qua, replicò senza esitazione.
Uscii convinto di aver raggirato i napoletani.
In spogliatoio scoprii che Ferrandini, un ragazzo proveniente dall'Atalanta, l'ultimo della compagnia, prendeva 60 milioni.
Mi sentii lo scemo del villaggio».


 
 A domani per tornare a parlare di corsa, piani alternativi
e rincorse di ogni tipo.

Statemi bene.

2 commenti:

walter ha detto...

che personaggio, un'artista del pallone. Anch'io ho letto il libro, traspare genio e follia allo stato puro!
Ora ci dobbiamo accontentare di Balotelli...

Edoardo Gasparotto ha detto...

Ezio Vendrame,...geniale sregolatezza. Oggi, ahinoi, ci restano solo delle tristi sagome in calzoncini corti.
Ciao e grazie !