lunedì 11 marzo 2013

Molto più Ultra che Stra (poco da fare).

Dopo la consuetamente splendida maratona trevigiana, fra cinque giorni sarà il turno di una manifestazione che mi riporta "alle origini podistiche", al mio primo approccio con la corsa,
 al selvatico, all'odore di bagnato, all'acre sapore delle salite,
a quello vaporoso delle discese e a quello della fatica vera.

 

Al giorno d'oggi vengono (molto modaiolamente) chiamati Trail o addirittura Ultratrail a seconda della distanza su cui si disputano.
Ne esistono di tutti i tipi: faticosi, faticosissimi, alcuni IMPOSSIBILMENTE faticosi....


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...il tutto a soddisfare qualunque esigenza e passione podistica ....
....appena appena (un filino) estreme.
 
 
 
Adoro la corsa e ne farò a meno soltanto quando andrò fisicamente in frantumi,.....
......ma ho un pò perso l'attrazione per queste "gare" che hanno raggiunto una grande popolarità soprattutto negli ultimi 7-8 anni:
 troppo fashion, troppa gente, eccessiva puzza di businnes a tutti i costi.
....
 
 

Le mie prime avventure podistiche su tracciati extra-asfalto
(anche se oggi, a noi uomini del 3° millennio fa molta più tendenza chiamarli outdoor)
sono datate prima metà degli anni '90 e i ricordi ad esse legate si perdono sulle dure (e romantiche) salite (e poche discese) che all'epoca davano vita alla Maratona Alpina del Pasubio ('92-'93-'95), alla Maratona Prealpina (2001-2002) , ad un paio di TransCivetta ('97-'98) , ad una ancora più lontana ('94 e '95) spettacolare Camignada poi 6 Refuge (Auronzo).

Che tempi !!!
 
 
Non sto criticando chi o cosa mette in piedi simili meravigliose-difficilissime-faticose manifestazioni, tutt'altro,....
...però a mio modesto avviso qualche volta si perde il senso del limite e della passione autentica trasformando il tutto in un colorato circo a cui tutti (o quasi) possono partecipare.
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Ma forse sono solo (molto) geloso delle stradine e dei sentieri nascosti nel bosco che anni fa erano di esclusiva pertinenza di montanari indigeni o di appassionati della prima ora.
Pochissimi turisti,...zero runner's,.....sotto zero sky runner's....
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Qualcuno la chiama globalizzazione del podismo, qualcuno si frega le mani, qualcun'altro non ci fa caso e segue il gruppo....
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Io faccio e corro quello che mi pare e che mi riesce meglio.
Seguo l'istinto e raramente vengo tratto in inganno.
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La settimana che si concluderà domenica 17 marzo vedrà sul territorio vicentino
lo svolgersi di due competizioni in piccola parte affini tra di loro ma in realtà (ovviamente) lontane anni luce per spirito, fatica e qualità tecniche richieste-profuse dai partecipanti.
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Sabato alcune centinaia di podisti daranno vita all'Ultrabericus
- 65 km, 2500 metri dislivello positivo -
(start Piazza dei Signori-Vicenza, ore 10),
mentre
  24 ore dopo, oltre 10.000 runner's di ogni categoria permetteranno il materializzarsi della 13^ Edizione della StraVicenza
(10 km  - domenica ore 10 Campo Marzio, Vicenza)....
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....saranno due modi diversi di calzare e consumare suole di scarpette da corsa
e due corse fatalmente vicine per collocazione temporale e logistica,
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In questi giorni mi sto "tenendo insieme" con garze, cerotti e medicamenti vari per riuscire a coprire decorosamente la mia parte di UltraBericus
(all'altra porzione ci penserà la talentuosa amica-socia-compagna di squadra Sabrina Roncaglia)
e ringrazio il giorno in cui (nello scorso dicembre) grazie ad una sua felice intuizione
decisi di correre "soltanto" metà dell'Ultra vicentina.
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Ora come ora non so davvero come potrei "inventare" una corsa tanto lunga
dovendo ancora convivere con i vari malanni che mi condizionano e limitano.
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In realtà sto soprattutto mordendo il freno e benché da mesi non corra
 un centimetro di salita o una spanna di strada sterrata,
il partecipare alla gara sui monti Berici
mi intriga all'inverosimile.
...
Comunque vada, sarà un'altra storia da mettere in bacheca e da raccontare.


Alla faccia del businnes.




Statemi bene.

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