mercoledì 28 ottobre 2015

La sportellata galeotta (aspettando New York City Marathon)

In attesa (e nella speranza) che schiena e giunture varie mettano giudizio,
 il tempo che mi separa dalla  Maratona di Verona 2015_
si va via via assottigliando in maniera preoccupante:
devo ancora entrare nell'ottica di correre altri quarantadue chilometri
dopo l'ottima fatica della Lake Garda Marathon_ dello scorso 18 ottobre.
Diciamo che deve ancora scoccare la scintilla
che dovrebbe portarmi caricato a pallettoni
a correre la maratona del prossimo 15 novembre
nella città scaligera a me tanto cara.


Pur con un certo fastidio sto assistendo alla querelle tra le fazioni opposte
inneggianti l'una al nostro _Valentino_Rossi_ 
(tra cui metto pure io #IoStoConVale_) e il pilota spagnolo Marc Marquez_.
Tutto é nato da una caduta (e tutta una gara di Moto Gp) in cui i due piloti
se le sono "date di santa" ragione......
...il tutto in favore di un terzo pilota
che molto probabilmente finirà con il vincere 
il titolo mondiale (Jorge Lorenzo).


Non vado oltre ad una discussione che sta infiammando Social Network, 
giornalisti e sportivi di tutto il mondo.....
....anche se tifo Valentino Rossi da una vita e mi auguro
che nel prossimo gran premio il pilota di Tavullia riesca a sovvertire un
pronostico che pare già scritto......

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(La questione in sè é rivoltante perché in un evento sportivo 
non dovrebbero esserci
porcherie, scorrettezze e tanta insulsa dietrologia...
..e in questo caso lo sport autentico 
ha ancora una volta perso dieci milioni di punti).


Domenica 1 novembre è il giorno della  _New York City Marathon 2015_ ,
 la gara di corsa sulla distanza 42.195 km più partecipata al mondo. 
Disputata la prima volta nel 1970 con 172 partecipanti che 
percorrevano più volte un viale di Central Park,
oggi la corsa copre tutti e cinque i distretti
 della città di New York e richiama da ovunque
 sia atleti professionisti che amatoriali. 
Coincidendo con la  giornata da noi dedicata alle persone che ci hanno lasciato
  parlando della corsa di  New York é quasi d'obbligo ricordare Grete Waitz,
 una delle più grandi fondiste della storia,
 norvegese di Oslo,
 morta a causa di un tumore nel 2011 all’età di 57 anni:
 l’atleta scandinava ha dato lustro alla New York City Marathon negli
 anni ottanta, vincendola nove volte e contribuendo
 in misura sensibile alla crescita della corsa, 
non solo per il fascino della Grande mela.


Passo come un treno sopra all'insignificante 
"ricorrenza" di _Halloween_
- a noi assolutamente estranea -
perché non mi dice nulla se non che 
rappresenta l'ennesimo "pacchetto businnes" messo
in piedi per alimentare un'occasione per far 
raggranellare soldi a locali, aziende e svariati marchi commerciali.


Preferisco pensare ad altro,...magari a correre
e ad acchiappare "il maratonesco traguardo" 
numero....


A presto.

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P.S.

(Forza Giancarlo......non mollare.)

domenica 25 ottobre 2015

Forza Giancarlo.

Sono assai dibattuto se scrivere o meno queste poche righe
ed occuparmi di alcuni argomenti che ho per la testa.
Negli ultimi giorni una brutta notizia
(legata ad un problema di salute molto serio)
riguardante un caro amico mi sta 
preoccupando parecchio.
Per ovvi motivi di opportunità legati a riservatezza e buon senso
non farò il nome dell'amico
che fra le altre mille attività ha 
fortissimamente sostenuto anche
ALBERTO  RACE sin dai suoi albori.

Persona generosa e lungimirante, uomo dolce ed estremamente attento agli altri,
Giancarlo ora deve badare a sè e ai suoi guai di salute.


Non me ne abbiano i tanti carissimi amici podisti che oggi
hanno onorato la mitica 30^ Venice Marathon....
...
ma benchè non ne sia oramai più capace,
oggi e finchè ci sarà speranza,
il mio pensiero andra' al caro Giancarlo e alla sua 
lotta per la vita.
...
Un abbraccio stretto,....non andartene,  ti prego.

A presto.

martedì 20 ottobre 2015

45 secondi allo schianto: Lake Garda Marathon 2015

Quando due settimane fa ho pensato di iscrivermi alla
avevo in realtà intenzione di prendere parte
 alla frazione dei 30 chilometri
per mettere nelle gambe un pò di strada in ottica di correre
una maratona autunnale.

E' evidente che la faccenda mi é scappata di mano
se domenica mattina mi sono ritrovato con 
spillato alla canotta 
un pettorale per calpestare tutti i 42195 metri
fra Malcesine e Torbole.

Scherzi dell'entusiasmo tipico dei neofiti come me.


La ventiquattr'ore in terra trentina
(bordo est/nord del lago di Garda)
 é stata decisamente avvincente
e assai diversa da come avevo immaginato;
sin'ora non avevo ancora corso la sopra menzionata maratona
(che sapevo essere tosta come poche altre)
così come ero certo di essere in precarie condizioni di forma.

Diciamo che "cercavo guai" e 
- in qualche modo -
li ho trovati.


La mia Maratona Super Compressa_
é andata molto meglio di quanto potessi sperare
e di come era lecito aspettarsi da una corsa tanto faticosa
 - su una distanza ben conosciuta -
ma attualmente assente dalla mia testa e dal mio motorino.


L'essenza del tutto é ardua da evocare a chi domenica non ha annusato l'aria
umida ma limpida della sponda orientale del lago di Garda,
del dolce scivolare fra Malcesine e Cassone
e l'impegnativa lenta e lunga ascesa sino
al successivo transito presso l'ospedale di Malcesine.
La seconda parte della LakeGarda Marathon si é
srotolata verso la porzione trentina del _Benaco_
contraddistinta da tratti in galleria, invisibili e morbide salite,
repentini cambi di direzione,
passaggi su ben fatte piste ciclabili (zona Arco)
 e un sorprendente finale con arrivo sul lungo lago di Torbole:
di certo la quarantadue chilometri con
il più piccolo traguardo mai visto.


Tutto qua ?
E i 42 chilometri con i
400 metri di dislivello complessivi ?
E la scivolosa pista pedonale lungo-lago dei primi 8 chilometri ?
E il salitone - col vento in faccia - sino al ritorno a Malcesine ?
E la galleria buia lunga 1660 metri
al termine della quale il vento giocherellone avrebbe voluto
tirarmi dentro al lago ?
....

Beh,...in realtà non sono ancora riuscito a digerire
 il peso della strada percorsa
e non so raccontare in modo snello ed asciutto la mia
maratonesca fatica numero 43.

Rachele ha fatto amicizia con una nuvola di cigni
e un paio di famigliole di germani reali 
che bazzicavano la zona arrivo
...
e al mio (arrivo) era preoccupata perché 
ci ho impiegato "così tanto tempo."
...
"Ma dov'eri finito ?" la (quasi) scontata domanda



Non credo di essere stato granché convincente 
con le mie spiegazioni perché l'ho vista annuire
come si fa con lo zio "quello strano" che capisce poco o niente.


Ho intravisto varie sagome sulle acque del lago durante la corsa
ma non mi sono
soffermato molto ad osservarle e non so di cosa si trattasse,...
...
..di sicuro c'era un gran movimento.


Da un punto di vista "tecnico-muscolare"
ho trotterellato discretamente
sino al 33° chilometro allorché
- incrociata la mitica _Monica Carlin_#
(che mi ha salutato con il suo sempre
splendido sorriso) -
imboccata la via verso Arco, in breve ho sentito
le gambe farsi pesanti ed essere non più reattive come
fino a qualche chilometro prima.
Ho iniziato ad avvertire degli impressionnati
scricchiolii provenire dalla base della schiena
e ho anche compreso
che non avrei mai più calzato il marchio
 di scarpe che avevo ai piedi..........tante e tali erano le
fitte che mi stavano iniziando ad arrivare dalle
estremità inferiori.



Ho fatto due conti, ho pensato che comunque ne
stava venendo fuori una buona galoppata e
-  una volta meditata la condotta da tenere sino alla fine -
ho sagomato il ritmo corsa in modo "quasi" automatico
portando (qualche manciata di secondi meno di tre ore_)
gambe, cuore, testa e schiena
al di là del gonfiabile d'arrivo
formato mignon

Marco Canistri speaker Docet (..)


Missione compiuta, allenamento perfetto,
soddisfazione gigante: mettere in bacheca la maratona
numero 43 arrivando entro le 3 ore
era ciò che intendevo fare ma su cui nutrivo serie perplessità.

...
...tutto qua ?


Tutto bene, tutto qua,...
almeno fino alla prossima avventura.

Buona settimana e statemi bene.