Quando due settimane fa ho pensato di iscrivermi alla
avevo in realtà intenzione di prendere parte
alla frazione dei 30 chilometri
alla frazione dei 30 chilometri
per mettere nelle gambe un pò di strada in ottica di correre
una maratona autunnale.
una maratona autunnale.
E' evidente che la faccenda mi é scappata di mano
se domenica mattina mi sono ritrovato con
spillato alla canotta
un pettorale per calpestare tutti i 42195 metri
fra Malcesine e Torbole.
Scherzi dell'entusiasmo tipico dei neofiti come me.
La ventiquattr'ore in terra trentina
(bordo est/nord del lago di Garda)
é stata decisamente avvincente
é stata decisamente avvincente
e assai diversa da come avevo immaginato;
sin'ora non avevo ancora corso la sopra menzionata maratona
(che sapevo essere tosta come poche altre)
così come ero certo di essere in precarie condizioni di forma.
Diciamo che "cercavo guai" e
- in qualche modo -
li ho trovati.
La mia Maratona Super Compressa_
é andata molto meglio di quanto potessi sperare
e di come era lecito aspettarsi da una corsa tanto faticosa
- su una distanza ben conosciuta -
ma attualmente assente dalla mia testa e dal mio motorino.
L'essenza del tutto é ardua da evocare a chi domenica non ha annusato l'aria
umida ma limpida della sponda orientale del lago di Garda,
del dolce scivolare fra Malcesine e Cassone
e l'impegnativa lenta e lunga ascesa sino
al successivo transito presso l'ospedale di Malcesine.
La seconda parte della LakeGarda Marathon si é
srotolata verso la porzione trentina del _Benaco_
contraddistinta da tratti in galleria, invisibili e morbide salite,
repentini cambi di direzione,
passaggi su ben fatte piste ciclabili (zona Arco)
e un sorprendente finale con arrivo sul lungo lago di Torbole:
di certo la quarantadue chilometri con
il più piccolo traguardo mai visto.
Tutto qua ?
E i 42 chilometri con i
400 metri di dislivello complessivi ?
E la scivolosa pista pedonale lungo-lago dei primi 8 chilometri ?
E il salitone - col vento in faccia - sino al ritorno a Malcesine ?
E la galleria buia lunga 1660 metri
al termine della quale il vento giocherellone avrebbe voluto
tirarmi dentro al lago ?
....
Beh,...in realtà non sono ancora riuscito a digerire
il peso della strada percorsa
e non so raccontare in modo snello ed asciutto la mia
maratonesca fatica numero 43.
Rachele ha fatto amicizia con una nuvola di cigni
e un paio di famigliole di germani reali
che bazzicavano la zona arrivo
...
e al mio (arrivo) era preoccupata perché
ci ho impiegato "così tanto tempo."
...
"Ma dov'eri finito ?" la (quasi) scontata domanda
Non credo di essere stato granché convincente
con le mie spiegazioni perché l'ho vista annuire
come si fa con lo zio "quello strano" che capisce poco o niente.
Ho intravisto varie sagome sulle acque del lago durante la corsa
ma non mi sono
soffermato molto ad osservarle e non so di cosa si trattasse,...
...
..di sicuro c'era un gran movimento.
Da un punto di vista "tecnico-muscolare"
ho trotterellato discretamente
sino al 33° chilometro allorché
- incrociata la mitica _Monica Carlin_#
(che mi ha salutato con il suo sempre
splendido sorriso) -
imboccata la via verso Arco, in breve ho sentito
le gambe farsi pesanti ed essere non più reattive come
fino a qualche chilometro prima.
Ho iniziato ad avvertire degli impressionnati
scricchiolii provenire dalla base della schiena
e ho anche compreso
che non avrei mai più calzato il marchio
di scarpe che avevo ai piedi..........tante e tali erano le
fitte che mi stavano iniziando ad arrivare dalle
estremità inferiori.
Ho fatto due conti, ho pensato che comunque ne
stava venendo fuori una buona galoppata e
- una volta meditata la condotta da tenere sino alla fine -
ho sagomato il ritmo corsa in modo "quasi" automatico
portando (qualche manciata di secondi meno di tre ore_)
gambe, cuore, testa e schiena
al di là del gonfiabile d'arrivo
formato mignon
Marco Canistri speaker Docet (..)
Missione compiuta, allenamento perfetto,
soddisfazione gigante: mettere in bacheca la maratona
numero 43 arrivando entro le 3 ore
era ciò che intendevo fare ma su cui nutrivo serie perplessità.
...
...tutto qua ?
Tutto bene, tutto qua,...
almeno fino alla prossima avventura.
Buona settimana e statemi bene.
ho trotterellato discretamente
sino al 33° chilometro allorché
- incrociata la mitica _Monica Carlin_#
(che mi ha salutato con il suo sempre
splendido sorriso) -
imboccata la via verso Arco, in breve ho sentito
le gambe farsi pesanti ed essere non più reattive come
fino a qualche chilometro prima.
Ho iniziato ad avvertire degli impressionnati
scricchiolii provenire dalla base della schiena
e ho anche compreso
che non avrei mai più calzato il marchio
di scarpe che avevo ai piedi..........tante e tali erano le
fitte che mi stavano iniziando ad arrivare dalle
estremità inferiori.
Ho fatto due conti, ho pensato che comunque ne
stava venendo fuori una buona galoppata e
- una volta meditata la condotta da tenere sino alla fine -
ho sagomato il ritmo corsa in modo "quasi" automatico
portando (qualche manciata di secondi meno di tre ore_)
gambe, cuore, testa e schiena
al di là del gonfiabile d'arrivo
formato mignon
Marco Canistri speaker Docet (..)
Missione compiuta, allenamento perfetto,
soddisfazione gigante: mettere in bacheca la maratona
numero 43 arrivando entro le 3 ore
era ciò che intendevo fare ma su cui nutrivo serie perplessità.
...
...tutto qua ?
Tutto bene, tutto qua,...
almeno fino alla prossima avventura.
Buona settimana e statemi bene.
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