Quando il destino infame colpisce con vile ferocia,
il primo obiettivo é vincere il terrore e stare vivi
Riuscirci é il massimo, ma é terribilmente difficile perché la paura di non farcela strangola
Se c’è un aspetto che più di ogni altro caratterizza la ricerca oncologica sui tumori pediatrici sono proprio i bambini, che richiedono molte attenzioni speciali su diversi fronti.
Non si possono infatti adattare a misura di bambino le terapie dell’adulto riducendo semplicemente i dosaggi o la frequenza dei farmaci:
se questo è vero per tutte le specialità pediatriche, la necessità di adottare un approccio specifico, ritagliato su misura, è nel caso dei tumori che colpiscono bambini e adolescenti più forte e sentita che mai fin dalle fasi sperimentali
Oggi si stima che in Italia circa 1.400 bambini di età inferiore ai 14 anni siano colpiti dal cancro ogni anno, e con loro 900 adolescenti tra i 15 e i 19 anni. In tutto, i tumori pediatrici costituiscono circa l’1 per cento di tutte le neoplasie.
Rispetto a non molti anni fa, grazie ai progressi della ricerca e alle nuove terapie, diversi tumori pediatrici sono diventati più facili da curare. Il dato della sopravvivenza (misurata per convenzione a 5 anni dalla diagnosi) supera l’80 per cento per le leucemie, e si aggira attorno al 70 per cento per i tumori solidi.
Proprio perché il numero di bambini che vivono molto a lungo dopo un tumore pediatrico è significativo e in continuo aumento, grazie a diagnosi sempre più tempestive e al miglioramento delle cure, diventa fondamentale trovare il miglior equilibrio possibile tra efficacia degli approcci terapeutici e riduzione degli effetti collaterali che rischiano di presentarsi a breve, medio e lungo termine.
Alberto Race vede tutto cio' da una posizione incredibile, una posizione che é costata il pezzo piu' impossibile della via;
unico obiettivo
- comunque -
V I N C E R E
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