Ebbene si,....
Dalla mia 46ma maratona
ho imparato un'altra lezione
e gli orizzonti mi si sono spalancati.
Non so se riuscirò a fare un'analisi corretta e dettagliata
di quanto corso e vissuto domenica mattina
durante la _Verona Marathon_
perché probabilmente non arriverò mai a capo di
un'avventura dai molti risvolti.
Nonostante tutto
la prima cosa che mi verrebbe da fare
sarebbe lamentarmi con me stesso
per non essere riuscito a correre 42 chilometri entro le 3 ore;
e mi verrebbe da farlo in maniera accalorata e puntigliosa,...
....addirittura tagliente, stizzita e proprio da arrabbiato nero.
Nonostante i filosofici propositi infatti,
il pettorale attaccato alla canotta
(a me)
(a me)
a volte fa davvero brutti scherzi
rendendomi poco umile, poco assennato
e ancora meno coerente.
e ancora meno coerente.
La delusione per un'aspettativa andata in fumo
c'é
e tale rimarrà per un pò.
e tale rimarrà per un pò.
Ho usato il condizionale
perché non voglio essere
stupidamente banale e ottuso
e fermarmi solo all'aspetto cronometrico dell'evento
dell'altro giorno in terra veronese;
troppo forte il romanticismo che permea una corsa lunga
e dura come la maratona per arenarsi ai soli numeri,
....
troppe le variabili incontrollate che sempre condizionano tale tipo di corsa,
....
troppa la passione che sento nei confronti dei 42 km e 195 metri
per essere rabbuiato per un cronometro "male" indirizzato.
In fin dei conti Verona Marathon 2016
é stata la mia quarantaseiesima (46)
maratona conclusa su altrettante iniziate....
( - SCORE 100% - )
....
é stata quella programmata un anno fa
e all'epoca posticipata causa acciacchi fisici
e che quest'anno non avrei liberamente scelto di correre,
....
era quella collocata in un momento "storico" per me
delicato perché costellato da una serie
quasi inverosimile di problematiche personali
che di tutto dispensano
fuorché serenità e voglia di ferocia agonistica ....
arma indispensabile per sopportare le mareggiate di fatica
- fisica e mentale -
che assaltano chi decide di arrivare al traguardo
sulla distanza regina.
Non entrerò nei dettagli tecnici
della fatale corsa che é stata condotta da manuale fino al
chilometro 32.....ma che poi é sbandata violentemente
sotto le unghiate di esaurimento muscolare,
affaticamento generale e la durezza di un tracciato che
ho trovato bellissimo ma altrettanto difficile e massacrante.
Il bicchiere é comunque mezzo pieno
- anzi credo lo sia per tre quarti -
ma se non covassi dentro
la "sfumatura di pensiero"
di poter aspirare a qualcosa di
più soddisfacente e soprattutto "entusiasmante"
non starei qui a perdere tempo a scrivere
e a continuare ad allenarmi.
Poter correre e avere la voglia (possibilità) di farlo
é pur sempre un trionfo e un lusso che
(purtroppo) molti non si possono concedere per
problemi veri e non
a causa di lune storte, dettagli da bar dello sport
o lamentele tipiche di esserini viziati e poco equilibrati
(come sono anch'io in alcuni frangenti).
I se e i ma non servono proprio a nulla,
i nasi arricciati e scontenti sono assai ridicoli
e da ogni accadimento
(che lasci un retrogusto amarognolo)
nel quale si nutrivano delle aspettative "bomba".....
si deve ripartire ancora più determinati.
Ma qui sfioriamo gli incommentabili labirinti
dell'_abisso_ della mente umana
e non ho autorità e competenza sufficienti per
addentrarmi in tali territori....
Ora come ora é il momento di guardare ad altro:
il tempo che ci vorrà per sistemare
alcune molto fastidiose spiacevolezze
(che possono capitare nella vita)
é magari tornerò a fare programmi.
Al mal tiempo, buena cara.....
...a presto.