venerdì 9 ottobre 2015

#Per _non_dimenticare _ L'onda della morte: 52 anni fa come oggi




Lo percepisco nitido come un avvenimento che _Da Sempre Mi #Brucia Dentro e Fuori_

.....

Accadde 52 anni fa, causò quasi 2 mila morti ed è una storia indimenticabile di sventatezza umana rispetto all' inaddomesticabile cupidigia delle istituzioni (Pubbliche e Private) che innanzi alla possibilità di guadagnare non esitarono a passare sopra a migliaia di esseri umani e a devastare territori già di proprio ad elevatissimo rischio idrogeologico.


Ma non stupiamoci se l'orrenda tragedia del Vajont avvenne più di cinquant'anni fa,
- partorita da un sistema politico post-II^ Guerra Mondiale -
 perché molte altre l'avevavno preceduta e molte altre l'hanno seguita 
con cause e sciacallaggi gestionali praticamente uguali.

Né più e né meno che delle stragi annunciate e pianificate.




Il disastro del Vajont


Il Vajont è un torrente. 

Nasce in Friuli e affluisce nel Piave subito dopo il confine regionale in Veneto, 
a nord di Belluno, di fronte a Longarone dove la stretta valle tra le rocce si apre 
nella più larga e urbanizzata valle del Piave. 
Qui, tra il 1957 e il 1960, fu costruita una alta diga
(la più alta al mondo, allora): 
il progetto era di ottenere energia idroelettrica da una rete di bacini che coinvolgeva 
oltre al Piave e al Vajont altri fiumi dell’area. 
Durante i lavori del Vajont, in uno di questi altri bacini, poco più a est,
nel 1959 cadde una gigantesca frana che fece traboccare il bacino
 della diga di Pontesei, uccidendo il suo sorvegliante,..
Arcangelo Tiziani,....che oggi definiremo un operaio
 diversamente abile, ..visto che era zoppo).

I primi riempimenti dell’invaso furono avviati a quote successive nel 1960,
 di fatto trascurando diversi allarmi sui rischi di frane,
e alcune frane reali senza conseguenze negli stessi mesi:
«la situazione è del tutto tranquillizzante, essendosi riscontrati soltanto degli spostamenti assolutamente irrilevanti», recitava la richiesta di portare il livello dell’invaso a quota 700 metri. 
I successivi test di tenuta furono condotti tra molte preoccupazioni degli abitanti dei paesi a valle della diga e timori scientificamente esposti da parte di molti esperti.

VAJONT

Il 9 ottobre del 1963, alle 22.39, dal versante settentrionale del monte Toc, 
 a cui è appoggiato un fianco della diga, 
si staccò un’enorme frana, che scivolò rapidamente
 nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont. 
La massa della frana era più grande dell’intero lago (260 milioni di metri cubi di roccia)
e quando ci precipitò dentro causò due onde gigantesche: una travolse le frazioni della valle del Vajont a est della diga, disperdendosi nel punto dove si allarga e risparmiando per pochissimo il paese di Erto; l’altra scavalcò la diga a ovest e si rovesciò sugli abitati nella valle del Piave con un percorso durato quattro minuti, poi salì sul versante opposto fino a perdere forza 
e rovesciarsi di nuovo all’indietro nella valle.

 Distrusse paesi e frazioni, soprattutto Longarone, spazzando dalla 
faccia della terra quasi duemila persone.

"La mattina dell’incidente l’ingegner Alberico Biadene, direttore dei lavori della SADE
la società che aveva costruito la diga del Vajont da poco passata sotto il controllo dell’ENEL
aveva inviato una lettera al capocantiere Mario Pancini, chiedendogli di rientrare dalle ferie. 
La lettera terminava con un post-scriptum in cui diceva di essere preoccupato per quello che stava succedendo sul versante del monte Toc:
«P.S. Mi telefona ora il geom. Rossi che le misure di questa mattina mostrano essere ancora maggiori di quelle di ieri, raggiungendo una maggiorazione del 50%!! (cioè da 20 a 30 cm). Si nota anche qualche piccola caduta di sassi al bordo ovest (verso la diga) della franaChe Iddio ce la mandi buona».
La frana che cadde quella sera aveva una massa di 260 milioni di metri cubi
I primi detriti impiegarono circa 20 secondi a raggiungere l’acqua. 
Poi, quando il grosso della frana precipitò nel lago, ci fu un rumore 
«come di un milione di camion che rovesciano un milione di cassoni di ghiaia»,
 ha raccontato al Corriere della Sera lo scrittore Mauro Corona 
che all’epoca aveva 13 anni e viveva vicino alla diga.
Intorno alle 22:00, Giancarlo Rittmeyer, quella notte di guardia alla diga,chiama l’ingegnere Biadene, rappresentante della SADE. Comunica che la montagna sta cedendo a vista d’occhio. Chiede istruzioni. Biadene cerca di calmarlo, ma lo esorta a “dormire con un occhio solo”. Nella telefonata, si intromette la centralinista di Longarone, chiedendo se ci sia pericolo anche per quel centro. Biadene le risponderebbe di non preoccuparsi, e di “dormire bene”.
La massa d’acqua cadde sulla valle dopo un salto di più di 260 metri, lasciando integra la diga. 
Aveva una tale massa e velocità che secondo alcuni studi recenti generò un onda d’urto forte come quella provocata da una piccola esplosione nucleare, e un vento fortissimo la precedette. Probabilmente molte case e persone vennero spazzate via ancora prima di essere toccate dall’acqua: quella sera in molti erano a casa e nei bar a guardare 
la finale di Coppa dei Campioni tra Glasgow Rangers e Real Madrid. 

Dei 1918 morti stimati, soltanto 1500 furono recuperati e soltanto 750 erano in condizioni tali da poter essere identificati.


Subito dopo il disastro e dopo i primi soccorsi, la comunità scientifica, i politici e i giornalisti si divisero (come di consueto) tra quelli che ritennero la frana prevedibile e quelli che invece dissero che era un evento sfortunato e non preventivabile. 

Moltissime le bugie infami e calpestanti la base della dignità di ogni essere umano coinvolto 
nella disgrazia e anche di quella di chi vi assistette 
più o meno consapevolmente.


Giustizia non é mai stata fatta in realtà,.....con un processo conclusosi nel 1997 
e che al di là di tediose lungaggini fuori da ogni sentimento di misericordia, rispetto e buon gusto
si é rivelato una delle consuete pagliacciate della "giustizia" italiana:
 QUI_ la cronistoria del processo
e dell'ennesima strage trascorsa praticamente impunita.



#Per non dimenticare.

mercoledì 7 ottobre 2015

Inventore di follie: come ti comprimo 42195 metri

La settimana scorsa é andata come in fin dei conti doveva andare 
e cioè a farsi benedire con tutti i suoi buoni propositi di corse e 
qualcos'altro.

L'evento podistico del 4 ottobre doveva essere la
Maratonella di Campalto (Venezia),
agile 30 km che intendevo correre per comprendere quanto indietro
fosse (e sia) la mia condizione
 atletica attuale.
...
Non é stata la domenica che avrei voluto,
non si é accesa la scintilla che doveva portarmi a galoppare
per due ore abbondanti alla ricerca di risposte e serenità e
la cosa mi ha disturbato oltre il lecito.


Se fossi solamente uno
  "scabinato modello base"
probabilmente
girerei cervello e cuore dall'altra parte e tirerei diritto,..
purtroppo appartengo alla schiera dei pazzoidi
(generalmente non pericolosi per gli altri)
che quando decide di piantare un chiodo
alla fine finisce con l'impiantare un pilone di 40 metri,..
..anzi di 42195 metri.


Tutta una serie di (fortuite) circostanze ha illuminato
l'alba di questa prima settimana di ottobre
catapultandomi oltre alla delusione
mista a "luna di traverso" e oltre alla voglia di andare al di là
di ciò che talvolta
- a me come a tutti -
rompe piani, programmi e progetti
(dai più semplici ai più importanti).

Ma andiamo con ordine perché prima dello sgancio
della minella acuminata
devo togliermi dalle scarpe un paio di sassolini che
proprio banalità non sono.
Per comodità
(e per evitare di perderne alcune lungo la strada)
le elenco molto scolasticamente e senza commentarle
eccessivamente,....
....visto che i fatti si commentano da soli.

1) - chi mi legge da un pò, sa bene come io non scriva di questioni
inerenti a religione, politica o mondo del lavoro:
talora faccio delle eccezioni se il fatto di cronaca
rientra apparentemente in uno di questi ambiti
ma in realtà c'entra esclusivamente con
intelligenza, buon gusto ed etica calpestata:
se cliccate QUI !!! vi farete un'idea a
cosa alludo quando tiro in ballo
la mancanza di intelligenza e una delle tante forme di
"oscenità gratuita".

E complimenti al bravo sacerdote
autore dell' ignobile esternazione.


2) - mi vengono quasi le lacrime agli occhi dalla commozione
nell'apprendere che il lungimirante e illuminato
primo cittadino della "Città Eterna"
(o Mafia Capitale o chiamatela come vi pare)
ha deciso di "regalare" 20.000 euro
(rimborsi spese fatti utilizzando la carta di credito del Comune di Roma)
alla città da egli stesso amministrata.
Grattate il seguente _Link_ e battete le mani
all'avvedutezza e alla straordinaria trasparenza
del nostro amico Ignazio - "coda di paglia".

Complimenti,....signor sindaco,.....chapeau
e perdona se non uso altri caratteri di scrittura
ma di mettere le maiuscole non me la sento proprio.


3) - ..e purtroppo siamo ancora costretti ad assistere
e inutilmente a commentare terrificanti fatti di cronaca
in cui un cittadino esasperato ed impaurito
si _difende da solo e_ lascia al suolo due
"morti ammazzati":
inaccettabilmente pazzesco.

Soluzioni ?
Alternative ?
Deterrenti ?

Mah,......


Tornando ad argomenti (fortunatamente)
molto molto molto
meno cruenti,
vado a spiegarvi come mettere in cantiere
una bellissima maratona in 11 giorni
(che maratona ? Gratta  _QUI_...)
e scartabellare la (mia) follia numero 43
sulla distanza dei 42195 metri.


Ma per narrarvi dei come e dei perché di questa "discutibile scelta"
dovrei stare qui a scrivere un paio d'ore
.....
ma non ne ho il tempo e dubito che a qualcuno possa interessare,..
..per cui ciò che conta é che da qui al 17 ottobre
avrò da fracassarvi con l'invenzione dell'anno:
la maratona compressa sulle sponde del lago di Garda,
tra la splendida Malcesine e il versante nord del suddetto lago,
...località lungo riva Torbole.


..e relativo profilo altimetrico....

...il tutto cercando di portare la pelle al di là della linea d'arrivo
....per preparare la vera maratona della stagione:

Dite che sto esagerando ?

Troppo ravvicinate ?

Non bastavano 30 chilometri d'approccio ad 
una 42 km dopo sole 4 settimane ?


Belle domande,.....niente da dire.

Qualcosa mi dice che a Torbole i metri da fare con le
lacrime agli occhi
saranno molti di più di 195.


A molto, molto presto.

E statemi bene.

venerdì 2 ottobre 2015

The (just) brave_brain: una tripletta fuori controllo.


La settimana in corso si sta rivelando 
un' accozzaglia densa di "tutto un pò"
.......
...e ciò che più mi intriga é che nelle prossime 36 ore
potrebbe materializzarsi un avvenimento strano 
(ma anche no)
a metà strada fra amicizia e scalmanate scarpette sull'asfalto...
....
grande innesco di un trampolino di lancio verso
il binomio "ottobre_novembre"
tutto da scoprire correndo.


Il buon Mel Gibson c'entra pochino
con quanto non sto per raccontarvi
perché di impavide in me ci sono solamente una parte di
intenzioni rispetto ad un teorico programma 
per domenica 4 ottobre,
...
giornata che sembra destinata ad essere dominata da 
tale da non potersi davvero definire una 
...
(..una domenica in cui potrei anche girarmi dall'altra parte e dormire
fino ad orari impossibili....)
...

...
d'altro canto però c'é uno degli amici a me più cari 
che poche ore fa mi ha chiesto di accompagnarlo in 
una avventura podistica,....
...
avventura podistica che per una serie di motivi
andrebbe molto al di là della banale
manifestazione-allenamento.

Accontentatevi del più stra-inflazionato
"tanta roba davvero"- non solo corsa....
...
perché stasera scaramanticamente non andrò oltre.


Dopo i 21097 metri della Mezza di Vicenza di quasi due settimane fa e
il simpatico ed impattante 
10.000 metri a Ghizzole di domenica scorsa,
...
consumare un trittico di corsa
(come intendo io)
sarebbe un buon rimpasto mentale oltreché atletico-muscolare.

Il prossimo vero obiettivo stagionale sarà
 la _Maratona di Verona_ in programma 
domenica 15 novembre in quella che é una delle città
 a me più care in asssoluto,
una città in cui ho studiato, lavorato, conosciuto i primi
colleghi di lavoro e in cui ho intuito che calarsi in una realtà
umana e lavorativa lontana dal proprio caldo nido domestico
non é per nulla facile ma rappresenta un passaggio
che prima o poi é (quasi) necessario compiere.


La (mia) _"Fatal Verona"_@ non ha nulla a che vedere con 
le disavventure calcistiche degli amici milanisti
ed é legata a tantissimi ricordi che 
- pur diluiti dallo scorrere del tempo -
tornano molto spesso a farmi compagnia
con immutato calore e nostalgia.

Ed é davvero una piacevole compagnia.


Parlare adesso di aspettative e trafile varie inerenti ai 
42195 metri scaligeri mi sembra assai prematuro,..
..ed é meglio che mi fermi qui,...


....cercando di rintracciare l'asso giusto nella manica giusta
e portare a casa la maratona numero 43...

...
...oggi, 
capire che cosa accadrà domenica mattina sarebbe già un "trionfo".


Statemi bene,...a presto.