Ieri pomeriggio stavo cercando un libro letto alcuni anni fa ("Confesso che ho vissuto", Pablo Neruda ) e invece mi é capitato fra le mani un vecchio quaderno-diario di appunti che credevo sepolto nei polverosi meandri segreti del mio castello....
....ed é stata una splendida sorpresa.
....ed é stata una splendida sorpresa.
Ho aperto a caso il piccolo e malconcio libercolo e l'attenzione é stata catturata da una pagina e un'avventura lontana ma ancora ben fissa nella memoria.
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Data 27 luglio 1997, intestazione Giro del Monte Pelmo (m.3168 ).
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Ma prima che dal mio personale ricordo, l'evento più recente riguardante quella splendida montagna purtroppo é legato alla #Tragedia dell'agosto 2011# in cui per una maledetta fatalità persero la vita
Alberto Bonafede e Aldo Giustina,
entrambi esperti soccorritori alpini volontari.
Il mio vissuto su quella maestosa montagna é per fortuna piacevole, soave
ed intriso da una buona fatica che ben ricordo e
che conservo ancora con grande piacere.
Partii da casa alle 4 antimeridiane e prima delle 8 avevo già parcheggiato
in prossimità del Rifugio Staulanza presso l'omonimo passo-forcella alpino.
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Impressionante,...
....non esistono altre espressioni che possano descrivere il Monte Pelmo,
( - chiamato dai locali con ossequiosa riverenza "el Caregon del Padreterno"-)
un colosso che si innalza libero e solista sul territorio verde ed ondulato che lo circonda ed é ben visibile da oltre 100 punti panoramici,....
..dalla Marmolada allo Schiara, dalla Moiazza alle Tofane.
Quella fresca mattina di mezza estate mi lasciai condurre dall'istinto e,
cartina alla mano, decisi di percorrere in senso antiorario l'anello ai piedi della montagna.
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Leggo testualmente dalla pagina spiegazzata del fedele libercolo....
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"..con facilità, e in breve, passo a sud del Pelmetto,...sorrido mentre cammino accanto alle celeberrime Orme dei dinosauri....(cosa avessi tanto da ridere non so) e in poco più di un'ora e un quarto (quante pozzanghere ma che bel sentiero !) arrivo al Rifugio Venezia (1947 m.) dopo essermi gustato per intero (alla mia destra) la lussureggiante, bellissima e quieta alta Val di Zoldo."
Alzo lo sguardo dal libretto-diario.......e non mi é difficile ricordare che quel giorno,
dopo una breve sosta utilizzata per dissetarmi e sgranocchiare uno snack,
mi incamminai sul sentiero Flaibani che consente di salire lungo le pendici nord-orientali del Pelmo verso la spettacolare Forcella Val d'Arcia (2476 m).
In realtà quel tratto di percosro fu il più duro dell'intero tragitto visto che dopo
un iniziale tranquillo pezzo di sentiero immerso nei mughi,
ben presto lo stesso cominciò ad inerpicarsi faticoso e difficile
su stretti tornantini ghiaiosi e subito dopo su un impegnativo tratto di rocce attrezzate da
alcune funi d'acciaio.
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Riabbasso lo sguardo sui datati scritti e leggo...
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"...non avevo idea di quanto dura fosse quella salita (e forse l'ho presa troppo veloce...)
tanto che da trequarti in poi mi sono dovuto fermare svariate volte con il respiro corto e il cuore che ballava velocissimo.....ma in un'ora e dieci raggiunsi comunque la forcella:
alla mia destra la maestosa sagoma dell'Antelao (3264 m) e la vastissima Valle del Boite ,
...davanti a me le ghiaiose pendici settentrionali del Pelmo e l'inconfondibile
profilo della Croda da Lago (2701 m). Fantastico....sembra una cartolina..."
Da quel punto in poi, dopo una sosta che avrei voluto fosse infinita
- sospesa fra cielo, fatica e pensieri ricolmi di soddisfazione e sogno -
ripresi il cammino sul versante nord del Caregon per chiudere il percorso ad anello iniziato alla mattina a Forcella Staulanza dove arrivai poco più di un'ora dopo.
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