Sono trascorsi pochi giorni e l'orizzonte é cambiato velocemente, forse anche troppo.....
Ma come si fa a scendere dagli altipiani e catapultarsi lungo una striscia di asfalto ad inseguire una banale linea d'arrivo ?
Come convertire una corsa compassata, corta e regolare in falcate "lunghe" e magari rapide ?
Domande lecite e a cui credevo di avere dato una risposta nel 2010 (KV e mezza maratona a distanza di quindici albe), ma in realtà,....anche stavolta il dubbio mi assale e vorrebbe divorarami.
Non sto qui a pontificare sull'essenza di un KV e su quella di una maratonina ....perché finirei dopo domani (e non é escluso che un giorno decida di farlo..) .
Nell' immediato, la cosa più interessante e che più conta, sarebbe capire compiutamente la reazione delle gambe al cambiamento di terreno su cui le stesse si ritrovano a girare.
Le sensazioni che derivano dalla diversità di corsa sono catastrofiche, roba da mollare tutto, darsi al bracconaggio e appuntamento a metà ottobre...; pesantezza mastodontica, capacità di cambi di ritmo inesistente, voglia di allungare passo uguale a zero e, soprattutto,......... una fatica feroce.
Mannaggia,...svelato l'inghippo..
Tutta 'sta fatica per un paio di scarpe nuove ?
Suvvia, super-eroe,.........smettila con gli allucinogeni !!!
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