Ore 17 e 15': festa di fine anno a "scuola" di Rachele; un tripudio di colori, balli, bimbi impazziti da timidezza e soprattutto gioia, afa tropicale, muraglia umana di genitori e nonni al di sopra delle mie capacità di tolleranza. Probabilmente Rachele avrà un futuro come ballerina di danza del "ventre", sempre che non diventi una direttrice d'impresa o un architetto dalle intuizioni e talento eccezionali. Ma occorre fare un passo indietro e narrare un'altra vicenda.
Mezzanotte é passata da poco per cui scrivo al passato mentre ripenso a quelle manciate di minuti vissute ieri pomeriggio. Ore 14 e 41 minutti: esco di casa per una leggera sgambata di trequarti d'ora,....cielo cupo,... orizzonte color antrace. "Tra un pò pioverà" mi son detto e via. Ore 15 e 17 minuti,....correndo sono passato davanti a casa di mamma e tutto intorno a me stava assumendo i chiari connotati del pre-esplosione atomica: " Ma dai,..fatti altri tre minuti così chiudi a quaranta tondi e buonanotte, coscienza e numero perfetti..".
Giusto, decisione inequivocabile.
Percorsi duecento metri a testa bassa, una volta alzati gli occhi al cielo ho capito che sarei stato mangiato dall'orizzonte inferocito dal vento di bufera, ma era troppo tardi.
I successivi 180 secondi sono trascorsi al di fuori di spazio , tempo e materia, fustigati da raffiche di vento freddo, pioggia torrenziale e qualche chicco di grandine.
Complimenti genio,....anche oggi hai portato a casa la pelle.
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