sabato 7 aprile 2012

Sospiri dell'anima

Ho conosciuto la corsa sin da piccolino, poco dopo aver aperto gli occhi..
Come tanti coetanei inseguivo qualsiasi cosa rotolasse (palloni, sassi, barattoli...) e ben presto ho indossato sgargianti divise di questa o quella squadretta di calcio, scimmiottando le inarrivabili gesta di Paolo Rossi, Marco Tardelli, Antonio Cabrini, Maradona, Zico o tanti altri personaggi del fantastico mondo del pallone.
Il mio mito era Gaetano Scirea.
Ala sinistra, centro mediano incontrista, terzino destro...alla fine anche difensore centrale...
...per me bastava che ci fosse da rincorrere qualcuno o qualcosa.
La corsa vera é arrivata qualche anno dopo sulle orme di papà Sergio, uomo sublime e podista appassionato che mi "propose" la maratona Prealpina, la maratona di Venezia e altre sfacchinate impressionanti (ma bellissime) in parte svanite nel mare dei ricordi.
La corsa mi ha sempre accompagnato, cullato e a suo modo consigliato..
L'amore per i figli cardine primo e senso della vita...
..rincorrere la voglia di ricominciare quando tutto frana..istinto animale definito solo in parte come istinto di sopravvivenza.
La corsa, meccanismo di elaborazione e abbattimento di una miriade di veleni umani e (ultra)terrestri,....
Una specie di medicamento.
E' una delle mie medicine preferite, un appiglio per non cadere nel vuoto, una protezione,
talora un amuleto.
Una tisana dal sapore delicato ma anche dall' intensità senza pari.

La maratona, la voglia di misurarmi col cronometro o di salire mille metri di dislivello in 53 minuti sono venuti dopo e c'entrano poco con la corsa in sè.
O almeno, con quella che intendo io.
Statemi bene.

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