L'estro a volte gioca brutti scherzi, bisogna starci molto attenti.
Favorito dal giorno di ferie e consegnata Rachele nelle "sapienti" mani della nonna, senza troppa fretta ho annusato l'aria e fissando la sagoma delle montagne vicine a casa, ho deciso di calpestare sentieri nuovi, sfiorare vegetazioni diverse, arrivare su una cima mai toccata prima.
Viaggio (quasi) lampo in auto e parcheggio della stessa in "piazza" a Castana, ridente paesino adagiato in Val Posina tra Arsiero, Posina e Laghi. Conosco quei luoghi perché ci transitavo da ragazzino per andare a Laghi dove gli scout di Dueville avevano uno stabile in cui spesso andavamo in campeggio; Castana (e la zona tutta) inoltre, é nota per gli gnocchi ricavati dalle famose patate che lì sembrano di un altro pianeta,... tanto sono gustose.
Lo spiderman impazzito é segnale che mi sto dilungando su dettagli che poco c'entrano con la corsa e la montagna di stamane, quindi per evitare che il supereroe si imbruttisca vado avanti.
Ho seguito l'itinerario segnato dal sentiero n°477 che parte da un piccolo ponte posto appena prima dell'abitato di Castana (420 metri sul livello del mare) e gira a sud su un ampio campo erboso costeggiante un torrente (forse il Posina ?). E' servito subito un bel colpo di fortuna per intravvedere il successivo segnavia del sentiero (il rettangolino bianco e rosso era su una condotta d'acqua sospesa ai margini di un bosco che nascondeva i piedi alla montagna (Monte Aralta). Mi sono infilato fiducioso nel folto della boscaglia e ho corso su un viottolo poco visibile, nascosto da erba e costellato da sassi e pietre. Non so perché ma mi sono fatto l'idea che non sia granché utilizzato (e quindi conseguentemente scarsamente curato).
Oltrepassato un enorme ripetitore, il percorso si trasforma in mulattiera e il bosco diventa sempre più rigoglioso e padrone,...ma un buon padrone; da qui in avanti il tracciato é decisamente più visibile, la pendenza buona e con brevi tratti di piano. Il panorama che dal fitto della vegetazione si riesce ad osservare é straordinario ed é un verde-velluto completo fra Val Retrara, Val D'Astico e la conca che accoglie Arsiero.
Sarà stato il correre in completa ombra, sarà stata l'affascinante amenità dei luoghi attraversati, ma ho sentito poco la fatica e in un parziale che mi é parso volare, ho raggiunto il bivio che indicava il tratto da seguire per arrivare alla cima del Priaforà (1659 m).
In effetti quest'ultimo segmento di sentiero é decisamente ripido (stamattina anche scivoloso complice la pioggia di ieri) e estremamente mal tenuto: invaso da vegetazione e dai sassi, sembra che lo gnomo che fabbrica le nuvole (e che é nascosto lì vicino) faccia di tutto per non far salire nessuno sulla rocciosa cima.
Ma, si sa, chi non molla l'osso prima o dopo riesce ad addentarlo.
Dalla vetta ho goduto della visione di un panorama da panico autentico, grazie anche alla luminosità di una giornata spettacolarmente ideale per arrivare su un balcone del genere. Decisamente originale la roccia a forma di arco in prossimità delle cima; andate a vedervelo, merita davvero una visita.
Poco da aggiungere...molto da ricordare.
Il ritorno a valle (che temevo di "forare" con qualche drittone e scivolata) é stato rapido e indolore; ho incontrato alcuni boscaioli che si stavano preparando il pranzo e ho dovuto declinare l' invito a fermarmi per assaggiare il loro "rosso"(sicuramente ottimo).
In qualche minuto meno di due ore aprivo la porta del mio bolide sulla piazza di Castana.
Alla prossima.
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